Glioblastoma: Cilengitide aggiunto a Temozolomide e radioterapia non ha migliorato la sopravvivenza globale


La Cilengitide, un inibitore delle integrine, non ha raggiunto l’endpoint prinicipale ( sopravvivenza globale ) dello studio di fase III CENTRIC, aggiunto a Temozolomide e radioterapia, rispetto alla sola chemioradioterapia, in pazienti con glioblastoma multiforme di nuova diagnosi e stato di metilazione del promotore del gene MGMT.

Cilengitide è il primo farmaco a raggiungere la fase III di sviluppo clinico all'interno di una nuova classe di terapie antitumorali denominate inibitori delle integrine.
Le integrine sono proteine che agevolano la formazione di nuovi vasi sanguigni all'interno del tumore portando nutrimento e ossigeno necessari alla crescita neoplastica, e bloccano la capacità di invadere il cervello da parte delle cellule del glioblastoma.

CENTRIC è uno studio clinico di fase III, multicentrico, randomizzato, in aperto e controllato, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Cilengitide in 500 pazienti di 23 Paesi, con glioblastoma di nuova diagnosi e metilazione del promotore del gene MGMT.

Nello studio, l’aggiunta del farmaco alla chemioradioterapia standard ( Temozolomide e radioterapia ) non ha aumentato la sopravvivenza rispetto alla sola chemioradioterapia.

Non sono stati osservati nuovi eventi avversi associati al farmaco rispetto a quelli riscontrati negli studi precedenti condotti sul medicinale ( nausea e fatigue ).

Lo status di metilazione del promotore del gene MGMT è un fattore molecolare importante nei glioblastomi.
Il gene MGMT è coinvolto nel processo di riparazione del DNA. La metilazione del promotore di MGMT nel tessuto tumorale silenzia l’espressione del gene ed è un marcatire prognostico e potenzialmente predittivo della risposta a Temozolomide nei pazienti con glioblastoma di nuova diagnosi.

Cilengitide è in studio anche per la terapia del carcinoma del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in uno studio di fase I/II denominato CERTO.

Il glioblastoma, noto anche come glioblastoma multiforme, è il tumore cerebrale più frequente, coprendo approssimativamente il 12-15% di tutte le neoplasie intracraniche e il 50-60% di tutti i tumori astrocitari.
Il glioblastoma multiforme è il tumore cerebrale più aggressivo ( IV grado della classificazione dei gliomi ), ed è anche il tumore cerebrale più frequente.

In Italia vi sono circa 7.000 nuovi casi ogni anno di glioblastoma.

Attualmente, il trattamento standard comprende l’exeresi chirurgica più estesa possibile, la radiochemioterapia postoperatoria con un massimo di 60 Gy e Temozolomide e 6 cicli di chemioterapia adiuvante con Temozolomide.
Nonostante questo approccio combinato, l’outcome dei pazienti e la loro sopravvivenza media ( 15 mesi ) risultano insoddisfacenti. ( Xagena_2013 )

Fonte: Merck Serono, 2013

Xagena_Medicina_2013