Il trattamento con Valproato non raccomandato nei pazienti con demenza e agitazione


L’agitazione colpisce fino al 70% degli anziani con demenza.
I derivati dell’Acido Valproico sono stati utilizzati nel corso degli ultimi 10 anni per controllare l’agitazione nei casi di demenza, ma non è stata ancora pubblicata una revisione sistematica sull’efficacia di questo trattamento.

Una revisione sistematica del 2004 ha preso in considerazione 3 studi, controllati con placebo, sull’effetto della terapia a base di Valproato su persone anziane con demenza e soggette ad agitazione; tale revisione è stata aggiornata nell’ottobre 2008 includendo altri 2 studi.

E’ stata compiuta una revisione della letteratura per valutare le prove a sostegno dell’uso di preparazioni di Valproato nel trattamento dell’agitazione in persone con demenza.

La meta-analisi del 2004 ha mostrato limiti legati ai seguenti problemi: nello studio Porsteinsson 2001, anche se in cieco per i medici che si prendevano direttamente cura dei pazienti, un medico non in cieco, che non aveva contatto diretto con i medici in cieco, ha modificato il dosaggio di Divalproex sodio sulla base dei dati comunicati dai medici in cieco e in via confidenziale dal laboratorio.
Quindi i medici che controllavano la terapia sapevano quali pazienti stavano ricevendo il farmaco.

Nello studio Tariot 2001, il 54% dei pazienti trattati ha abbandonato lo studio rispetto al 29% dei controlli.
Di tutti i pazienti trattati, il 22% ha abbandonato lo studio a causa di effetti avversi e l’intero studio è stato interrotto prima del previsto.

Il terzo studio ( Sival 2002 ) aveva un disegno cross-over.
Non sono disponibili risultati relativi alla prima fase dello studio e inoltre ci sono dubbi sulla correttezza delle analisi statistiche.

Le preparazioni di valproato utilizzate negli studi sono risultate diverse: uno studio ha utilizzato Valproato di sodio ad azione breve, uno Divalproex ad azione prolungata e il terzo Divalproex ad azione immediata.

Anche le dosi medie di farmaco sono risultate diverse ( 480 mg/die - 1000 mg/die ), così come la durata delle terapie ( 3-6 settimane) e i metodi di valutazione dei pazienti e delle loro risposte al trattamento.

Una meta-analisi limitata, ha valutato i dati relativi agli effetti avversi ( Porsteinsson 2001, Tariot 2001 ) e ha mostrato che la sedazione è più frequente nei patienti trattati con Acido Valproico che nei controlli.

Anche l’infezione del tratto urinario è risultata più comune nei pazienti trattati con Valproato che nei controlli.

Una revisione sistematica aggiornata ( ottobre 2008 ) di 2 nuovi studi ( Tariot 2005, Herrmann 2007 ) ha applicato la meta-analisi all’effetto del Valproato sull’agitazione in pazienti dementi e ha inoltre combinato questi due studi con i precedenti report per valutare gli effetti avversi tra i pazienti trattati con Valproato.
Poichè lo studio di Herrmann et al ha utilizzato un disegno cross-over, sono stati inclusi solo i risultati relativi alla sua prima parte.

La nuova meta-analisi di risultati aggregati non ha mostrato miglioramento nell’agitazione tra i pazienti trattati con Acido Valproico rispetto ai controlli e ha messo in luce un aumento degli eventi avversi ( cadute, infezioni, disturbi gastrointestinali ) tra i pazienti trattati con Valproato.

In conclusione, l’aggiornamento della revisione ha confermato e rafforzato le precedenti osservazioni circa l’inefficacia di preparazioni a base di Valproato per il trattamento dell’agitazione in pazienti dementi e l’associazione di tale terapia con un tasso inaccettabile di effetti avversi.
Sulla base dei dati oggi disponibili, la terapia con Valproato non può essere raccomandata per la gestione dell’agitazione nei pazienti che soffrono di demenza. ( Xagena_2009 )

Lonergan E, Luxenberg J, Cochrane Database Syst Rev 2009; (3):CD003945



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